
Olio per friggere, dove si butta: il trucco da conoscere - Ilcorrieredisicilia.it
Il trucco che in pochi conoscono: dove va buttato l’olio usato dopo la frittura e l’errore da non commettere mai.
La gestione corretta dei rifiuti domestici rappresenta oggi una sfida cruciale per la tutela ambientale.
Tra gli scarti più delicati da smaltire figura senza dubbio l’olio usato dopo la frittura, spesso sottovalutato o smaltito in modo errato. Pochi conoscono infatti il metodo corretto per disfarsene, con conseguenze ambientali significative.
I rischi dello smaltimento errato dell’olio da cucina
Nonostante le campagne di sensibilizzazione, molti cittadini continuano a scaricare l’olio di frittura usato direttamente nel lavandino o nel water, causando danni rilevanti al sistema fognario. Questo comportamento compromette il funzionamento degli impianti di depurazione delle acque, poiché l’olio non è biodegradabile e crea difficoltà nel trattamento dei reflui. Una volta immesso negli scarichi, l’olio può provocare intasamenti e favorire l’inquinamento delle acque superficiali e sotterranee. Anche lo smaltimento nel terreno o in giardino è altamente sconsigliato, in quanto l’olio usato non si degrada naturalmente e può alterare la qualità del suolo, danneggiando la flora e la fauna locale.
Negli ultimi anni, molti comuni italiani hanno implementato sistemi di raccolta dedicati per gli oli da cucina esausti. È fondamentale utilizzare gli appositi contenitori distribuiti nelle abitazioni o reperibili presso i centri di raccolta, dove versare l’olio una volta raffreddato e filtrato da eventuali residui solidi.Questi contenitori, spesso realizzati in plastica resistente e dotati di chiusura ermetica, permettono di conservare l’olio in modo sicuro fino al conferimento. Quando il contenitore è pieno, deve essere consegnato all’isola ecologica più vicina o ai punti di raccolta comunali, dove l’olio verrà avviato a processi di recupero e riciclo adeguati.
Riciclare l’olio esausto non solo evita danni ambientali, ma rappresenta anche un’importante risorsa energetica. L’olio raccolto può essere trasformato in biocarburante o utilizzato come materia prima per la produzione di saponi e detergenti biologici. Grazie a queste pratiche, si riduce il consumo di combustibili fossili e si contribuisce a un’economia circolare sostenibile. Secondo le ultime stime europee, ogni cittadino produce annualmente circa mezza tonnellata di rifiuti, di cui una parte significativa è costituita da materiali non facilmente riciclabili. Tra questi, l’olio di frittura è uno dei rifiuti più problematici se non gestito correttamente.

Per questo motivo, le amministrazioni locali stanno intensificando le iniziative di informazione e offrendo servizi più capillari per la raccolta differenziata. Il rispetto delle regole di smaltimento diventa quindi un atto di responsabilità individuale e collettiva, indispensabile per preservare le risorse idriche e ridurre l’impatto ambientale dei nostri gesti quotidiani.
Resta fondamentale, infine, che ogni cittadino adotti la prassi corretta: non versare mai l’olio di frittura negli scarichi domestici, non disperderlo nell’ambiente e conferire l’olio esausto esclusivamente nei contenitori dedicati. Solo così si potrà garantire un ciclo virtuoso di recupero e tutela ambientale, a beneficio delle generazioni future.