
Supermercato, non comprare questi prodotti - Ilcorrieredisicilia.it
Additivi, perché non dovresti mai comprare questi prodotti al supermercato: se noti questi prodotti, stanne alla larga.
La sicurezza alimentare continua a essere un tema centrale per i consumatori italiani, che scelgono i prodotti anche in base al sapore, al costo e alla durata di conservazione.
Tuttavia, cresce l’attenzione verso gli aspetti legati alla sicurezza degli alimenti, come evidenziato da un recente sondaggio Ipsos realizzato per la campagna Safe2Eat, promossa per il quinto anno consecutivo dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) in collaborazione con il ministero della Salute.
Dal 2025, in Italia la campagna ha ampliato il proprio focus, passando dalla sensibilizzazione sui focolai di malattie alimentari da alimenti di origine vegetale (Anoa) all’informazione dettagliata sugli additivi alimentari, sostanze che spesso destano preoccupazioni tra i consumatori.
Gli additivi alimentari: definizione e regolamentazione
Gli additivi alimentari sono sostanze aggiunte intenzionalmente agli alimenti con finalità tecnologiche ben precise, quali il miglioramento della conservazione, del sapore, dell’aspetto o della consistenza del prodotto. Prima di essere autorizzati per l’uso, questi additivi devono superare una rigorosa valutazione di sicurezza condotta dall’Efsa, che valuta ogni singolo composto per garantirne la sicurezza per il consumatore.
Come spiega Camilla Smeraldi, tossicologa dell’Efsa, «tutti gli additivi alimentari sono sottoposti a controlli severi per assicurare che possano essere consumati senza rischi». Solo dopo aver superato tali controlli gli additivi vengono inseriti in una “lista positiva” ufficiale che ne autorizza l’impiego.
Ogni additivo è identificato da una sigla alfanumerica composta dalla lettera “E” seguita da un numero, sempre indicata in etichetta, così da garantire la trasparenza verso i consumatori. Tra gli additivi più noti vi sono sostanze naturali come la vitamina C (E 300), la pectina (E 440) estratta dalla frutta, la lecitina del tuorlo d’uovo (E 322) o il licopene presente nei pomodori (E 160d). Altri additivi possono derivare da fonti animali, come l’acido carminico (E 120), ottenuto dalla cocciniglia, o essere prodotti sinteticamente, come l’amaranto (E 123) o il licopene sintetico (E 160d).

Gli additivi si differenziano in base alla loro funzione tecnologica:
- Coloranti (E 100–E 199): conferiscono o ripristinano il colore agli alimenti.
- Conservanti (E 200–E 299): rallentano o impediscono il deterioramento del prodotto, prolungandone la durata.
- Antiossidanti e correttori di acidità (E 300–E 399): gli antiossidanti prevengono l’irrancidimento e la perdita di qualità, mentre i correttori stabilizzano il livello di acidità e basicità, influenzando gusto e conservazione.
Esistono inoltre additivi utilizzati per altre specifiche esigenze tecnologiche legate ai processi produttivi, sempre identificati da codici specifici. L’uso degli additivi in Europa è normato da regolamenti stringenti che stabiliscono quali additivi siano ammessi, in quali alimenti e in quali quantità. In Italia, il rispetto di queste regole è monitorato dal ministero della Salute attraverso il Piano nazionale additivi alimentari 2020-2024.
Ogni anno vengono effettuati circa 1.840 controlli ufficiali su campioni alimentari, con una percentuale media di non conformità pari all’1,16%. Questi dati attestano che l’impiego degli additivi è attentamente sorvegliato e regolamentato per assicurare la qualità e la sicurezza dei prodotti alimentari destinati al mercato. La presenza degli additivi è sempre indicata chiaramente nell’elenco degli ingredienti sulle etichette degli alimenti, permettendo ai consumatori di effettuare scelte consapevoli. Nonostante ciò, è fondamentale continuare a informarsi e a prestare attenzione alle sostanze contenute nei prodotti, per evitare rischi per la salute e favorire una dieta equilibrata e sicura.